Il design proibito | Elle Decor

2023-01-06 14:29:14 By : Ms. Sally xie

Pleasure e smoking objects che stanno provando a cambiare le regole del non detto

Durante il Fuorisalone 2021, a Milano, il progetto Alpha Design District suscitò interesse per due ragioni: stimolava una riflessione attualissima sul binomio design - città (i lavori esposti open air dialogavano con la comunità) e svestiva il disegno creativo di alcuni tabù grazie a un allestimento battezzato Hysteria. Un nome un programma. La mostra esibiva senza alcuna dissimulazione e in piena luce del giorno una serie di oggetti di design dedicati al piacere sessuale, alla cura del corpo, all'eccitazione personale e rispolverava la storia longeva del vibratore - uno strumento venuto dalla medicina del passato per finire, almeno negli ultimi vent'anni, nei luoghi più segreti della casa. Si dice, infatti, che gli oggetti di forma fallica esistessero già nell'antica Grecia e che venissero impiegati durante pratiche sessuali fra donne e uomini, indifferentemente. Nel 1734, fu la scienza francese a introdurre i cosiddetti tremoussoir nelle cure che i dottori decidevano di applicare alle donne sofferenti di isteria. Sì, la malattia causa di nevrosi e instabilità emotiva - oggi brutto ricordo il cui vocabolo risale alla parola greca Hustéra - secondo gli studi dell'epoca aveva più di un collegamento con l'utero. In qualche modo bisognava curarla. Così, il primo vibratore elettromeccanico del dottor inglese Mortimer Granville, nato nel 1883 per alleviare i dolori muscolari, fu impiegato con quel fine: migliorare la vita delle donne affette da isteria. Niente di piacevole ovviamente: le visite - ovvero massaggi pelvici lunghissimi - erano dolorosissime ed estenuanti. Dopo che l'azienda Hamilton Beach li introdusse nelle case di tutto il mondo come strumenti capaci di sciogliere i dolori muscolari, l'industria pornografica li portò dentro al letto e li spogliò della loro investitura medica. E così il quinto elettrodomestico più diffuso diventò un oggetto protetto da moralismi, uno scheletro nell'armadio delle ultime generazioni (prima delle nostre). Da circa un paio di anni, il progetto dell'erotismo e dell'autoerotismo sta provando a spogliarsi del suo mantello dell'indicibilità. E, al di là di chi non riesca ancora a pronunciarne nemmeno il nome - vi | bra | tó | re -, più creativi a lavoro stanno riscrivendo l'estetica dei pleasure objects partecipando a una manifestazione non troppo rumorosa, eppure collettiva, utile a rivoluzionare ruolo e immagine dell'oggettistica così considerata: proibita. Sulla scia dell'unsaid, si parla di proibizionismo anche quando si fa riferimento alle sostanze stupefacenti. Da quelle naturali a quelle chimiche, passando per quelle leggere e quelle più pesanti, la scommessa evasiva vanta un legame longevo con il progetto. Sono molti i designer che stanno riflettendo sull'aspetto dei supporti agli stupefacenti - i bong su tutti -, sperimentando nuove assistenze strumentali al micro-dosing per esempio. Mettiamoci anche che la maggior parte degli oggetti utili all'assunzione di sostanze psichedeliche hanno un passato avvolto dalla magia, dal mistero e dalla tradizione che non si può più dire. In questa gallery, il design proibito prende nuova forma e la mina della matita lascia il giusto spazio alla bellezza.

"Arrivato davanti a noi nell'ambito del progetto Hysteria per il Salone del Mobile, questo tema ha immediatamente stimolato la nostra ricerca artistica. Non è stato facile trovare una direzione iniziale, essendo artisti e non propriamente designer (anche se poco cambia, forse, visto che tutti lavoriamo con la creatività). Fin da subito ci siamo lasciati ispirare dalle suggestioni che questo tema ha suscitato in noi, cercando di abbracciare tutte le sue possibili sfaccettature; da quelle legate alla sessualità a quelle legate ai fenomeni collettivi e sociali". Così hanno dichiarato Pietro Sganzerla e Lorenzo Fiabetti, i due creativi chiamati a partecipare a Hysteria - il progetto espositivo di Alpha Design District (attivo ai tempi del Fuorisalone 2021). Con Mantis, gli artisti, insieme, hanno acceso dentro casa e nella comunità contemporanea una riflessione ispirata esteticamente e concettualmente alla silhouette e all'atteggiamento naturale della mantide religiosa (l'animale famoso per la pratica di cannibalismo post-nuziale). Mantis sintetizza passato e futuro in una tecnologia che sta nelle mani e che apre le porte dell'infinito.

I Pleasure Objects di Sunnei sono oggetti del desiderio dalla doppia funzionalità: bellissimi esteticamente, si declinano in soprammobili colorati - come vuole la filosofia del marchio; e vista l'estetica dalla forma inequivocabile, possono essere utilizzati per stimolare l'evasione e il piacere personale. Ogni pezzo è unico, visto il suo carattere artigianale, ed è realizzato con vetro di Murano trasparente soffiato a bocca e modellato a mano con murrine rosse.

Con questo kit di strumenti destinati al piacere, il designer Luca Cremona ha recuperato la funzione medicale dei vibratori sintetizzandola in un progetto attualissimo. Gli strumenti, che una volta venivano utilizzati per curare le donne, oggi sono usciti dalle sale operatorie per entrare, invece, nelle stanze più private della casa. Ma questo set in metallo cromato, grazie all'utilizzo di un materiale apparentemente freddo e insensibile, ricorda la storia appena recitata del vibratore. In pratica, la serie di pleasure objects arrodondati e appuntiti è stata realizzata per accompagnare e accudire l'intimità personale. La descrizione ufficiale dice così: "La collezione propone un fil rouge di sette oggetti che denunciano la persistenza di un disagio e un imbarazzo sociale, seppur in forme differenti, nel trattare l’argomento piacere. Da discorso collettivo spostano l’attenzione sul rapporto del singolo corpo, in un percorso di rispetto e amore per sé".

"È l’utero la causa di tutte le malattie delle donne", così Trepunti ha introdotto il suo young project: Le mete, ricordando le parole di Ippocrate, che condannò migliaia di donne a fenomeni di pregiudizio, pseudoscienza e misoginia nei millenni a venire anticipando cause e conseguenze dell'isteria. Trepunti Studio, con il suo progetto esposto due anni fa presso Alpha Design District, ha reinterpretato la pratica greca secondo cui la cura risiedesse nell'utilizzo di unguenti e di profumi essenziali. "Nella nostra interpretazione l’utero si trasforma in una sfera vagabonda alla ricerca dell’essenza profumata, in un movimento ciclico innescato dall’intervento umano. Nasce una collezione di diffusori che reinterpreta e parafrasa la diagnosi di un utero sempre alla ricerca di liquidi in tre movimenti essenziali. I profumatori si compongono di un’iconica base marmorea, un innesco metallico e una sfera porosa. Quest’ultima si sposta con moti diversi a seconda del profumatore per giungere alla propria meta olfattiva dove assorbirà la fragranza e la rilascerà gradualmente nell’ambiente", hanno scritto i designer. Ovviamente, il progetto accende i sensi.

The Shell, il progetto di Valentina Cerra e Chiara Corbani, è custode del piacere. Il significato del suo titolo - guscio - celebra e al tempo stesso nasconde tutti gli oggetti dell'erotismo realizzandosi in un contenitore speciale per una contemporanea petineuse: " un luogo in cui custodire i segreti della donna e ciò di cui ha bisogno". The Shell nasce da una sottile lastra di porcellana di Limoges lavorata per accogliere e conservare l'oggetto più intimo della persona. Le designer lo hanno descritto così: "piega dopo piega, la porcellana si chiude attorno al volume sinuoso di Soraya, in una spirale strutturale e simbolica: emblema antichissimo di fertilità e femminilità, la conchiglia - The Shell - è fragile ma protegge, mette in mostra se stessa ma custodendo il proprio contenuto".

WEED'D è un neonato marchio milanese, nato nel 2022 come costola del progetto WOOD'D. Il brand ha elaborato una serie di smoking objects (veri e propri progetti di design), che interpretano l'atto del fumare non solo come un'occasione per svagarsi ma anche come un'opportunità per rallentare, rilassarsi e prendersi una pausa dal ritmo frenetico della vita di tutti i giorni. Sfida aperta alla narrativa tradizionale associata al consumo di cannabis, i bong della collezione si trasformano in oggetti che attraverso la bellezza e la creatività superano ogni tabù rispettando un'idea da sempre alla base di ogni progetto: il design può essere la chiave di lettura (anche) delle cose che non si possono dire.

La designer Serena Confalonieri ha associato il vetro borosilicato soffiato a mano all'atto di fumare, abbinando la sua longeva ricerca sull'autoproduzione e sulla lavorazione artigianale a un tema tabù. Negli anni 2020 e 2021, che l'hanno vista alle prese con la realizzazione della collezione di bicchieri floreali Calypso e i vasi Arabesque, i bong Nebula hanno esplorato a modo loro una parte dello stile di vita contemporaneo studiando come la diffusione della cannabis sia largamente dovuta sia a scopi terapeutici sia a scopi ricreativi. Sulla descrizione ufficiale del progetto si legge: "il risultato è una collezione composta da tre oggetti sinuosi, ispirati alla leggerezza delle spirali di fumo e caratterizzati da un mix di colori che richiama la psichedelia degli anni '70. Anche il nome, Nebula, fa riferimento alle sfumature rarefatte tipiche delle nebulose ed evoca allo stesso tempo un'atmosfera fluida, invasa dal vapore acqueo".

Il micro-dosing è la pratica di assumere una sostanza psichedelica per immergersi in allucinazioni positive per la mente. A livello terapeutico, a detta di Keia, vanta effetti benefici utili a calmare le ansie e ad aumentare la creatività e la concentrazione. Layer x Keia ha sviluppato un lavoro che allude a sanare difficoltà o malattie. Il micro-dosing, qui, è un progetto commestibile in abbonamento che spazia i confini del design e li trasforma in una soluzione di benessere che combina natura, medicine e psichedelia. La descrizione ufficiale recita così: "Il servizio di abbonamento prevede tre prodotti che creano nuove aspettative ed esperienze per i prodotti di consumo: una pastiglia a base di gelatina con una microdose di psilocibina, cialde di riso commestibili con una microdose di LSD e dischetti di tè in foglie compresso con una microdose di ayahuasca".